Ghiaccio: c'è chi non lo ha mai visto nè mai lo vedrà. Qualcuno lo incontra solo in frigorifero o al bar in un bicchiere di whisky. C' è invece chi lo va a cercare, aspettandolo magari per mesi, nel freddo volto invernale della montagna...chissà perchè poi.
Sveglie antelucane nel cuore della notte, avvicinamenti spesso lunghi e faticosi in vallate sperdute, freddo cane a mani e piedi, ghiaccio che si frantuma in schegge impazzite che ti finisco in faccia.
Forse tutto sta nelle parole di Gian Carlo Grassi:
"...avventurosa ricerca del richiamo del freddo.
Arte recentissima, fine e paziente, di arrampicare sul volto gelido della montagna, là dove il ghiaccio vive e propone un gioco diverso.
...ricerca di un modo di essere particolare, un’apparente filo conduttore capace di proiettarsi nelle ombre delle vallate alpine dove l’acqua si arresta, per un tempo indeterminato, in un affascinante cammino verticale...
Una sfida permanente ad una logica fatta di sottili equilibri...
...il piacere della capacità tecnica, che si affina e si perfeziona da un’ascensione all’altra.
Un mondo nel quale arrampicare assume il significato di un rito".
Cos' altro aggiungere...Amen!!!
All' attacco della cascata
Andrea spunta alla fine del primo salto
E qui alla fine del secondo salto
Intorno a noi un ambiente affascinante
3 commenti:
dai...la prossima volta prometto che porto la fotocamera!!
sì bravo così mentre starai per scattare la foto un bel frigorifero farà centro perfetto sulla fotocamera!!!
ma tanto è quella di Ivana...
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