Chi e perchè.

"Ci piace trascorrere il tempo libero all'aperto, in montagna o in ambiente naturale. Ci piace camminare, scalare, sciare, e osservare. Ci interessano tutti gli aspetti della natura, dell'ambiente e dell'ecologia. E' un'esperienza che non si ferma al ritorno in città, per questo la vogliamo raccontare."
.......................................Club Alpino Italiano - sez. Brugherio

30 ott 2008

Mauro Corona

Mauro Corona.
Scrittore, scultore, alpinista e opinionista.
Lui, la sua montagna e le sue idee.
Idee che si possono condividere, in parte o totalmente.
Personaggio che sa di essere un personaggio e come tale si comporta.
Però, dietro quelle che a prima vista sembrano solo sparate, ci sono affermazioni vere che è giusto approfondire.



27 ott 2008

Val Gerola Settore Panacea

Anche questa volta non mi lascio sfuggire l’ occasione.
Dovevo andare via con tutta la famiglia ma all’ ultimo salta tutto…
E allora,un veloce giro di telefonate e si trova un compagno, Simone viene adescato.
Si sceglie un posto nuovo e non il solito posto conosciuto da tutti .
Il settore di Panacea ( rimedio per tutti i mali ) resta in Val Gerola e per arrivarci occorre camminare un po’.
Ma l’ ambiente e la tranquillita’ ripaga degli sforzi fatti.

Su la nostra guida l’avvicinamento sembrava semplice ma in realtà e’ stato abbastanza complicato, alla fine siamo riusciti a trovarlo grazie all’indicazioni dei custodi della diga.
Per chi vuole andarci bisogna: Arrivare a Gerola proseguire fino alla funivia dell’ Enel, seguire il sentiero 118 ,una volta fatto il ponte proseguire fino al bivio che divide i sentieri per il Rif. Falk e per il Rif. Trona. Prendere per il Rif. Falk poi prendere a destra una deviazione per il lago di Trona .
Questo tratto di sentiero è bellissimo ,soprattutto in questa stagione. Si arriva cosi alla diga Trona.



Ora si prende il sentiero che porta a Pescegallo dopo circa un chilometro si incontra una valletta. Prima che il sentiero incomincia a salire fare attenzione a una roccia su qui c’è l’indicazione Panacea e una freccia a sinistra che ci fa’ scendere in un canale.
Da adesso il sentiero non esiste bisogna andare giu’ un po’ a naso e se vi va bene, si trova ogni tanto un ometto. Dopo circa un duecento metri di dislivello si incontra il settore Panacea alla nostra destra.

La pace del posto e l’ambiente mi hanno particolarmente colpito.
Le vie sono su difficolta’ di 5c obbligatorie, attenzione, le vie sono con dei golfari resinati, ma hanno lo stesso colore della roccia, e sono abbastanza distanti in piu’ vista la compattezza della roccia non è possibile incrementare le protezioni.
Come mi è capitato in Presolana il primo tiro è il piu’ duro vuoi per le mani fredde o perche’ inizia subito alla grande. Poi piu’ si sale piu’ diventa facile.
Noi abbiamo percorso la via “Homo Selvadego” la discesa l’abbiamo fatto sulla via in corda doppia.

La mazzata è stata poi il risalire il canale fino al sentiero.
Una volta arrivati alla diga abbiamo deciso di andare a congratularci con il gestore del Rif. Trona la Guida Andrea Savonito , infatti questi settori sono stati aperti da lui.

Ma purtroppo il rifugio era chiuso e allo giu’.
La fame incominciava a farsi sentire e cosi abbiamo optato per fermarci a mangiare un tagliere misto dai nostri amici di Buglio.

Questa valle mi è particolarmente cara,vuoi per i panorami,vuoi per la la poca gente che ci viene o vuoi per i ricordi della mia vita passata: io ero................ L' Homo Selvadego !!!


26 ott 2008

Becca di Raty

Si torna nella splendida valle di Champorcher per sfruttare gli ultimi giorni di tempo stabile in quota, prima della prossima perturbazione. Giornata magnifica, con temperature miti che ci hanno permesso di arrampicare in maglietta! Bellissimi i Larici in veste autunnale che infuocavano la vallata.

La becca si staglia contro il cielo azzurro...

La parte bassa della via ("ex articolo 18") offre un'arrampicata divertente con singoli passi duri. Il penultimo tiro si vince con arrampicata varia: di forza su strapiombi, di equilibrio su placca e di chiodi...Abbondanti (troppo). Rappresentano un valido aiuto sui passaggi più duri.


Siamo oramai quasi in cima quando Simo mi fa notare cosa ho dietro le spalle...Mi volto e rimango a bocca aperta...I Lyskamm!

Ottima giornata...Vallata da tenere in considerazione anche per le numerosissime possibilità di escursioni!

21 ott 2008

Presolana, Bramani-Ratti, ieri ed oggi, prima e dopo

Ieri prima: 1983 con Luigi la tentiamo in invernale


Ieri dopo: ma sul primo strapiombo, con gli scarponi di plastica, Luigi decide di "scendere" provando l'ebrezza del volo. Meglio allora riprendersi al bivacco.


Oggi prima: non so qual'è il contrario di "meglio tardi che mai" ma forse è questo:
Oggi: finalmente il primo sole illumina la parete


Oggi: i 3 "veci"




Oggi: i 2 "bocia" andavano troppo forte ... non ho fatto in tempo nemmeno a fotografarli. Comunque anche noi, dopo un pò siamo arrivati in vetta

Oggi dopo: rifarla dopo 25 anni per me una grande soddisfazione (anche se sono un pò a pezzi!)


e domani?



13 ott 2008

Rocca di Baiedo


Sfruttare tutte le occasioni.....

Cosa ci spinge ad andare in montagna ?
Cosi scrisse Anatolij Bukreev :
“Le Montagne sono un mondo completamente a parte :
neve , ghiaccio , roccia , cielo e aria sottile.
Queste cose non puoi conquistarle , puoi solo elevarti alla loro altezza per poco tempo e in cambio esse ti chiedono molto.
La tua lotta non è contro un nemico , o un concorrente , come nello sport , ma con te stesso, con la tua debolezza e la tua inadeguatezza .
Questa è una lotta che mi attrae ed è per questo che sono diventato alpinista .
Ogni montagna è diversa dalle altre , ognuna è una vita diversa che hai vissuto.
Arrivi in cima dopo aver rinunciato a tutto quello che credevi necessario alla sopravvivenza e ti trovi solo con la tua anima.
In quel vuoto puoi riesaminare , in un ottica diversa , te stesso e tutti i rapporti e gli oggetti che fanno parte del mondo normale . “
Anche se io non faccio neanche minimamente le cose che ha fatto Bukreev.
Devo sfruttare tutti le occasioni per potermi allenare.
Sabato mattina mestieri e in pomeriggio con Simone, Rocca di Baiedo.
E’ bello tornare in un posto che hai gia’ frequentato un po’ di anni fa’ :
La rocca è stata chiusa all’arrampicata per pericolo di frane e solo poco tempo fa’ e’ stata riaperta.
Nostra intenzione era fare la via Solitudine ma visto la ressa all’attacco decidiamo di andare sulla parallela via Folletto.
p.s. Per Andrea come vedi neanche tu puoi sbagliare ad attaccare la via qua !
Alla prima sosta , notiamo che abbiamo superato una cordata sulla via solitudine e notiamo che il secondo della prima cordata ha un bel ciuffo biondo che esce dal caschetto…
Aumentiamo un po’ i ritmi e cosi facendo li raggiungiamo, scopriamo che oltre al ciuffo biondo c’e’ dell’ altro. E bello incontrare una Fata di Bellano !
Il tiro piu' bello pura aderenza visione dal basso all'alto
e dal alto al basso
Come tutte le favole c’e’ sempre il guastafeste che mi dice di fare una variante , e io pirla seguo il suo consiglio. Cosi ci imbattiamo in una placca che ci fa perdere tempo prezioso ma visto che la Fata non aspetta ci siamo ritrovati in cima da soli.
Per punizione al mio consigliere faccio fare il sentiero ripido che scende a destra.
NON E’ ASSOLUTAMENTE DA FARE !!!!
Molto pericoloso .
Una volta toccato l’asfalto sono le 17.30 , visto che dobbiamo sfruttare tutto il tempo a disposizione decidiamo di andare a vedere un settore nuovo con del “Verruccano” ( vado a memoria e spero di non sbagliare ) una roccia diversa dal calcare un conglomerato a detta della relazione rosso ma dal nostro punto di vista nero.
Per chi vuole : http://larioclimb.paolo-sonja.net/falesie_lecco/fusinetta/index.html

Per provare facciamo il primo tiro di una via che non sappiamo il nome, la roccia e un po’ umidiccia ma deve essere una goduria in estate.
Sarebbe bello che altra gente venisse in questo posto, cosi anche la roccia si pulirebbe un po'.

Ora la luna fa’ capolino nell’intaglio tra la Rocca di Baiedo e Zucco dell’ Angelone, be forse è meglio tornare verso la macchina, anche per oggi abbiamo sfruttato tutte le occasioni … o quasi.


10 ott 2008

Scudi di Valgrande - via 79


Rapida arrampicata con Andrea su questa bella struttura posta alla sinistra del Vaccarese. Ci sono sia monotiri che vie di più lunghezze tutte con chiodatura da falesia.
La via 79 conta 4 lunghezze, le ultime due molto divertinti in diedri, fessure e strapiombini atletici. Ottima la vista sulla Valsassina e sulla Grignetta.
Visti gli impegni pomeridiani attacchiamo presto patendo come al solito il gran freddo mattutino; al ritorno, sempre come al solito, vaghiamo un po' nei boschi sottostanti prima di trovare la retta via.

Ultimo tiro



Valsassina, Nibbio e Grigna

6 ott 2008

Prima dell'inverno...Grigna!!

Un bel dì, tre scamorze partono da Brugherio quando le persone comuni ancora dormono, per andare a tirare roccia in Grigna...
La giornata è delle migliori, bel tempo, temperatura gradevole e poca gente in giro. Così, dopo aver parcheggiato l'auto ai piani dei Resinelli, ecco i nostri tre eroi incamminarsi rapidamente su per il sentiero Cermenati, fino a raggiungere il sentiero Cecilia.


Discesi per qualche decina di metri lungo questo bel sentiero eccoli all'attacco della via. La giornata li incoraggia ma, saliti di qualche tiro, si sentono soli senza il caro "quarto"


Discesi in corda doppia si chiusero in un bel baretto a pranzare con salumi, formaggi e vino.

Qualche giorno dopo due dei tre avventurieri vogliono ritornare a finire ciò che avevano iniziato...ecco che si forma il trio Grazia, Graziella e Graziealc. (Indovinate chi sono; Graziealc. offrirà una birra al vincitore). Partono di mattina presto, faticano su per l'odiata Cermenati salita solo qualche giorno prima, ed eccoli all'attacco della via. Gli insulti ai due compagni si sprecano "Ma dove mi hanno portato con questo tempo da schifo??)

Comunque, rischiando congelamenti multipli a mani e piedi eccoli a fine via sulla Segantini...UNa bella arrampicatina, peccato solo per il meteo non proprio settembrino (notare i guanti in qualche foto)

VIA FERRATA DELLA CASCATA DELL'OULE - SAVOIA

Mi trovavo nei pressi di Grenoble, piu' esattamente a St. Hilaire du Touvet,
per assistere ad una manifestazione a livello mondiale di volo in deltaplano
e parapendio, il 20 e 21 Settembre '08.

Mentre girovagavo per quel paesino di montagna, vedo la scritta "Via Ferrata
de l'Oule"! Oh questa e' bella, non tanto perche' in Francese Ferrata si
dica come in Italiano, ma perche' non mi aspettavo proprio di trovarne una
da quelle parti... Mi metto in agitazione e scopro che la Ferrata in
questione sta prorio sotto il paese, nell'enorme precipizio usato per
lanciarsi in volo...

E adesso come faccio, colto cosi', di sorpresa e con la mia attrezzatura a
casa...? Beh, a farla breve, il giorno dopo la manifestazione mi ritrovo al
mattino a noleggiare l'attrezzatura completa (15 Euro....), e parto in
tromba per questa via, il cui tempo di salita viene stimato in tre ore.
Scendo per un ripido sentiero fino a raggiungere, in un'ora di cammino,
l'attacco. Mi imbrago e parto deciso, su per il "Pilone del Belvedere" (Foto
01). A guardarlo sembrava piu' facile, invece e' bello verticale, esposto e
con qualche passaggio un po' strapiombante. Il belvedere certo non manca!
Per fortuna, la lunga sequenza di gradini in ferro e' abbastanza
rassicurante...


Superato il Pilone trovo - sorpresa! - una bella cascata in piena parete con
addirittura l'annesso laghetto!! Una scena molto idillica e
riposante...(Foto 02) Giusto il tempo di riprendermi dalla sorpresa e mi
trovo davanti a un bivio: a destra la via e' indicata come " facile", mentre
a sinistra sarebbe "molto difficile"... Penso che la seconda vada bene e mi
avvio da quella parte, trovando ben presto dei cartelli del tipo: " Via
molto faticosa e vertiginosa, solo per veri esperti..." e piu' avanti:
"Attenzione, la salita non presenta alcuna via di fuga..." e poi ancora: "
La progressione in cordata e' consigliata...".


Boh, a quel punto incomincio a chiedermi se ho preso la via giusta, mentre
osservo preoccupato, piu' in alto a sinistra, un grosso diedro che sale
vertiginoso per almeno 60 metri... Non si passera' mica di la'? Mi avvicino
e, beh, va proprio cosi'... Tiro un grosso respiro e con uno strano nodo
alla gola inizio a salire (Foto 03/04/05). Dunque, i tratti relativamente
piu' facili sono quelli verticali, gli altri sono strapiombanti...




Allora faccio cosi': sugli strapiombi vado via veloce, mentre rallento sul
verticale per riposare le braccia e riprendere fiato...!! E' con vero
sollievo che esco fuori dal diedro e mi ritrovo a camminare su di una comoda
cengia, ma che panorama vertiginoso! Il senso di sollievo dura solo fin
quando arrivo ad una scala di ferro. Ma non come siamo soliti vederle noi,
accidenti, quella pende tutta in fuori... (Foto 06/07). Mi faccio forza e
risalgo quei gradini che danno sul vuoto. Poi ci ripenso e torno sulla
cengia a piazzare la macchina fotografica con l'autoscatto. Quindi la
risalgo tutta e mi aggrappo al bordo del tetto, risalendo una parete liscia
e verticale. Meglio non pensare a quello che c'e' ora sotto di me...



Percorro un'altra cengia, piu' scomoda ed esposta, che mi conduce ad
un'altra scala, quella "dell'Inferno" - il nome la dice lunga...(Foto 08).
Cavoli, ma da queste parti non le sanno proprio mettere le scale! Che sia
colpa degli strapiombi...? Insomma, la risalgo e oltre il tetto mi ritrovo
sull'ultimo paretone verticale che immette direttamente al bosco. Pufff,
fine della via!


Guardo l'orologio e non credo ai miei occhi: ho fatto la via in un'ora
esatta! Un comodo sentiero mi riporta in breve al paese. Entro in negozio a
riconsegnare l'attrezzatura e quello mi guarda con sorpresa... Non riesce a
credere che ho fatto tutto in due ore... Mi fa addiritura lo sconto, e pago
solo 10 Euro di noleggio!

In conclusione, la via non e' delle piu' lunghe, sono 270 metri di
dislivello. Non e' nemmeno alpinistica, ci sono gradini in ferro
dappertutto. Ma e' veramente tosta: faticosa per il verticale e gli
strapiombi e molto esposta, ci si trova sempre in piena parete. Nell'ultima
foto (09), fatta mentre ero in volo, c'e' una bella panoramica della parte
superiore della via, con la cascata sulla destra e a sinistra il terribile
Diedro...


Decisamente una bella via - da rifare! (non fosse altro per l'adrenalinico
Diedro!).

Enrico