Dopo il Nadelhorn doveva essere una tranquilla due giorni in Albigna a far riposare le gambe e a stancare braccia e mani, ma qualcuno il 14 di agosto deve studiare. Quando andavo io in università, cioè fino all'altro giorno, col cavolo che mi mettevo a studiare a metà agosto!!
Così toccota e fuga in Albigna e poi partenza per il Dom con un bel gruppo di on-ice: Grigna, ilCatena, Leo, Lezzenese, Livignasco e Sergiorobico.
La solita strada attraverso il Sempione ci porta al paesello di Randa. Da qui cammina cammina arriviamo ai 2940m della Domhutte.
Il "cammina-cammina" sottointende 1600m di dislivello tra boschi, prati e tratti attrezzati. Mi immagino Mauro e Natale che ai primi di giugno son salita sci in spalla...gran faticaccia!
Panorama grandioso, qui il Weisshorn
Il rifugio è accogliente e la cena si rivela inaspettatamente buona: brodino arricchito di pasta, verdurine varie (a dire il vero una di queste verdurire pareva gramigna, ma si trangugia tutto) e poi di secondo piattone di pastasciutta (strani sti svizzeri) con un ottimo ragù. Per chiudere in bellezza fettina di banana decorata con cioccolato e gnocchetto di panna.
Notte da sauna nella "cameretta" da 30 persone. Un paio di fazioni svizzere, probabilmente di cantoni diversi, si contendono l'apertura di una finestra. Fortunamente vincono quelli che vogliono la finestra aperta.
Alle 3.15 colazione e alle 3.40 siamo tra i primi a partire. Nella prima oretta si risale la morena su comodo sentierino, quindi si mette piede sul Festigletscher che si risale sulla sua sponda sinistra (crepacci) tra neve ghiaccio e sfasciumi vari. Poi si arriva ai piedi del Festijoch, una fascia rocciosa di una 60ina di metri. Nella parte iniziale più difficile un canapone blu aiuta la salita poi un sentierino tra roccette mobili porta in cima al valico. Da qui si scende sull' Hohberggletscher (attualmente la terminale si passa senza problemi) perdendo una 50ina di metri.
Intanto è sorto il sole e il Weisshorn è un bello spettacolo
Anche di là non è male
Noi intanto ci teniamo alla larga dagli imponenti seracchi che ci sovrastano compiendo un semicerchio verso sinistra
Poi si torna verso destra...
...fino a vedere la vetta con un bel traccione che dritto per dritto (l'avrà tracciato un bergamasco che non aveva tempo da perdere) risale il pendio sui 30° fino alla sella a destra della vetta
Dal colletto l'ultimo breve tratto ripido conduce ai 4545m del Dom
Fatti questi 1600m di dislivello in 5h45min ci si guarda un po' attorno.
Solito Cervino e Dent d'Herens
Obergabelhorn, Zinalrothorn con in mezzo la Dent Blanche. Sullo sfondo il Bianco
I 4000 di Saas-Fee: Allalinhorn, Strahlhorn e Rimpfischorn
Dietro la croce il Rimpfischorm poi Punta Gnifetti, Nordend e la rocciosa Punta Dufour
Il Taschhorn in primo piano con la difficile cresta che lo collega al Dom. Sullo sfondo i Lyskamm, Castore, Polluce, Roccia Nera e i Breithorn
La Nadelgrat, adesso me la sono studiata da tutti iversanti...non rimane che andarci prima o poi. Dirruhorn, Hobarghorn e Stecknadelhorn
Stecknadelhorn e Nadelhorn
Infine la cresta tra Nadelhorn e Lenzspitze
Si sta talmente bene che dispiace scendere, ma la discesa è lunga.
Sotto le pareti di Nadelhorn e Lenzspitze. La cresta a destra è la normale alla Lenzspitze dalla Domhutte, più bella però la cresta dalla Mischabelhutte
Seracchi minacciosi
Quasi al Windjoch
Poi l'ultimo tratto di ghiacciaio saltando qualche crepo i cui ponti iniziano ad essere un po' insidiosi e finalmente siamo al rifugio dove ci aspetta un bel rosti.
Ora rimangono i 1600m di discesa fino a Randa che passan via piuttosto in fretta anche se alla fine le ginocchia iniziano a fare qualche scricchiolio di troppo.
Ecco Randa...fine del viaggio
3 commenti:
Non ti sembra di esagerare?
adesso vado un po' in letargo...
Bravo.... che invidia !!!
Posta un commento