Era un po' che ci pensavamo a questa via : " Il risveglio di
kundalini ", ma le sue
difficolta' e la fama dell' arrampicata in Val di
Mello, erano troppo per noi, fino ad oggi.
In questa valle non ci sono
spit e quasi tutte le protezioni sono da mettere al momento e poi togliere dopo esserci passati, in modo da lasciare la parete come la si è trovata.
Cosi sabato decidiamo di provare, partiamo non troppo presto
perchè in questo periodo fa un po' freddino.
Mentre andiamo verso l'attacco della via una
spruzzatina di neve ci da il benvenuto, iniziamo bene...
Attarversiamo la frana che quest'estate e scesa
giu', pensiamo cavolo che peccato .....
Ma come spesso accade in natura non tutto viene per nuocere, infatti questo è il nuovo laghetto che si è creato.
Arriviamo cosi all'
attaco, qua iniziano le discussioni su dove si attacchi la via, io mi ricordavo di averla iniziata
piu' in su ma i due
bocia mi fanno vedere che le loro relazioni non
sbagliano e la partenza e qua .....
Cosi si parte con una bella variante, visto che tutte le altre cordate partono da dove dicevo io.
Comunque ora non si
puo'
piu' sbagliare e quindi qui Andrea affronta il primo mitico passaggio l'ala di pipistrello.
Le mani avrebbero preferito una bella
vietta in riva al mare, ma i loro padroni sono cocciuti,anche se devono scaldarsele
ripetutamente continuano.
E arrivano al tiro della serpe fuggente 40
mt di fessura...spettacolo !
Andrea sa che il tiro è lungo e decide di razionare bene i suoi
frend, mica da arrivare
piu' in su senza niente da sistemare....Grande
Finita la serpe eccoci al
diedrone, qua di
frend ne metti uno all'inizio e poi spera di arrivare su !
Questo è il tiro
piu' duro, andare a prendere l'arcata.
Il tiro sotto l'arco è stupendo mani in opposizione ai piedi e via, un passo per volta.
La fine di questo tiro finisce su una sosta del c...o !
Un chiodo esce abbastanza facimente quindi vediamo di sistemarla con qualche natz, ma le possibilita non sono un granchè.
Se ci fosse stato il martello un altro chiodo lo avremmo di sicuro piantato.
Non si parla di chiodare la via ma di proteggere una sosta, l'arrampicata non deve essere una rulette russa come dice Andrea, se uno cade e salta la sosta ...be meglio non pensarci.
Quindi per chi la volesse ripetere...Ocio.
Anche perche' il tiro che segue sono un bel 30 metri di aderenza.
Simone volge le spalle al tiro sotto l'arcata, a rivederlo da questa posizione fa capire quanto sia bella questa via.
I tiri che seguono sono un susseguirsi di placche tetti e lame un condensato di cosa puo' offrire il granito.
Il penultimo tiro offre un
passaggino delicato che vuoi per la stanchezza o per la visione del sottostante abisso, ci fa' un po'
tribulare, ma Andrea riesce ugualmente a passare.
E anche l' ultimo tiro parte in aderenza pura per poi
attraversare sotto l'ultimo tetto.
Intanto una
spolveratina di neve si fa' vedere sulle cime .
La gioia alla fine della via è tanta ,ognuno la esteriora come vuole ,per me è un altro sogno che si realizza, dopo la ritirata fatta ben 20 anni fa', o forse di
piu'.
E chi lo avrebbe mai detto che alla fine sarei riuscito a farla.
Ma bello deve ancora venire dopo aver scalato
Andrea scivola sul sentiero e si sbuccia tutto un dito...Be menomale che nel gruppo c'è
Chandy Chandy, l'
infermierina.
E dopo le cure del caso è quasi come nuovo...quasi.
Il caso vuole che su 10 dita, l'indice
sè sbucciato...Ora per almeno 10 giorni bisogna tenerlo in questa posizione.
Non ci resta che scendere in un fantastico sentiero.
Attraversando torrenti e luoghi selvaggi.
Fino ad arrivare ai prati sottostanti, dove ci si ferma a contemplare la bellezza del posto e della via appena fatta.
Be ora no mi resta che congratularmi con Andrea e Simone, 20 anni meno di me, una vita di arrampicate davanti. Se riesco continuero' a stargli legato assieme, anche perche' se no chi fa' le foto (Simone non fotografa mai persone solo preie e neve)e vi racconta le loro imprese ?
Schizzo della via.