Chi e perchè.

"Ci piace trascorrere il tempo libero all'aperto, in montagna o in ambiente naturale. Ci piace camminare, scalare, sciare, e osservare. Ci interessano tutti gli aspetti della natura, dell'ambiente e dell'ecologia. E' un'esperienza che non si ferma al ritorno in città, per questo la vogliamo raccontare."
.......................................Club Alpino Italiano - sez. Brugherio

31 mag 2012

Arco: dalla storia all'antistoria

Bella via sulla parete dell'Anglone.
Via aperta da Gogna e Grill. è la prima volta che ripeto una via di Gogna ma lo stile della salita non rispecchia il suo, rispecchia quello del suo compagno che ad Arco ha aperto qualcosa come 200 itinerari.

I lodigiani ci tallonano...



Andrea nella parte centrale della via dove si aggirano numerosi strapiombi.



Oramai agli ultimi tiri...Il divertimento non è ancora arrivato pero'



Stefano recupera i compagni fuori dal primo strapiombo.





Ecco il buco malefico...



...bisogna farsi piccoli piccoli e strisciare per bene...







Il vice in discesa dal sentiro degli scaloni.




Un simpatico video per concludere.
Alla fine si è rotto le palle e ha forzato l'uscita a dx con passi di A2 risolti in A0...ma da un uomo che ha salito il Philipp Flamm in 8 ore ci si puo' aspettare di tutto!!!

http://www.youtube.com/watch?v=ad8btGhaMOs












































28 mag 2012

Finale Rocce D'Orera ecc....

Usciti al casello di Finale Ligure ci dirigiamo verso Calizzano e da qui a Gorra.
La falesia che oggi andremo a visitare e quella delle Rocce dell'Orera.
Infatti durante il tragitto che porta a Finale tutti gli schemi sono cambiati, la pioggia ci ha lasciati a Savona e trovare un settore asciutto è un impresa....
Ma con la guida Finale Climbing scegliamo un posto rivolto a Est cosi da prendere il primo sole e si asciughi prima di altri.
Arrivati al parcheggio lo sguardo va verso il mare e il panorama ...meritava un viaggio solo per questa veduta.
 Ci si avvia nella Borgata Crosa, paesino bucolico con case e scorci caratteristici.
 Fino a raggiungerela Chiesa di San Martino.
 Dopo un quarto d'ora di comodo cammino si arriva finalmente nel settore da noi scelto.
Si inizia con roba facile sul 4 per prendere la mano....
Alessandra sul "Moro" 4a, figuriamoci se sceglieva qualcosaltro.......
 Ora ecco Gianluca alla sosta del 1° tiro di Chiacchia.
 Il secondo tiro è spettacolare, strapiombi appigliati e ottima roccia ne fanno una salita divertente, con scorci come questo.
 Il mio prete confessore......
 Verso le 11 decidiamo di andare alla scoperta di un altro settore, qua è un peccato fermarsi in un unico posto ....
Ma le sorprese non mancano, infatti rientrati nella borgata troviamo Thomas, lo scrittore della guida a noi tanto cara, che sta' ripercorrendo tutti i sentieri con la ruota metrica  per completare la stesura di un nuovo suo libro ( non si fida del GPS ).
Ovviamente viene tampinato da noi e riusciamo a strappargli pure un autografo .                           
                                     
 Dopo non poche imprecazioni e 3 sbagli di sentiero, riusciamo finalmente ad attaccare la via da noi scelta a Bric Pianarella settore Paretone , la Via Lunga.
Carola all' uscita del 4 tiro.
 Ci alziamo fino al 6 tiro su roccia molto bella e di gran soddisfazione, ma poi guardiamo l'ora e capiamo che non la finiremo in un ora decente, quindi meglio scendere....
Io in discesa dalla parete bianca.
 Anche a sto giro non concludiamo la via ma la felicita' regna sui nostri volti.
 E alla fine ecco gli ultimi metri di discesa di Luca sulla variante di 6a+ del primo tiro.
 Ovviamente è un arrivederci a questi posti a me tanto cari, e anche i " Frati " ci salutano....
Ci si rivedra' a Settembre, ora le strade della Liguria saranno invase da vacanzieri intenti a prendere la tintarella.

21 mag 2012

Rancio, ferrata del Medale, monte Coltiglione, Resinelli, Segantini, Sinigaglia, Rancio

Sabato io e Paolo abbiamo voglia di lasciare gli sci e iniziare a fare un po' di gamba e di fiato in vista degli appuntamenti alpinistici estivi. Il meteo non promette assenza di precipitazioni e quindi optiamo per un giro "nostrano" che possa essere interrotto in più punti in caso di temporale. Personalmente, da ignorantone quale sono in geografia, nemmeno sapevo che dalla cima del Medale si potesse raggiungere i Piani dei Resinelli (mi parevano tanto lontani) e tantomeno che dai Piani ci fosse la selvaggia Val Calolden che collega questi ultimi a Laorca, poco distante da dove si lascia la macchina per arrampicare in Medale e Antimedale, e invece...

ecco qui le nostre mete

 Alle 8:09 lasciamo l'auto e ci dirigiamo alla ferrata, dopo solo un'ora 9:09 (lo ritroveremo spesso il 9...) siamo in cima, breve telefonata ad Orzo che con altri amici attaccava una via li in zona e si riparte verso la seconda cimetta di giornata, il Coltiglione.

ecco qui la parte suggestiva della ferrata del Medale
 
anche se non sembra è primavera
 eccoci in cima
 uno sguardo alla prossima meta il Coltiglione
Vi arriviamo in cima e guardiamo l'ora: 10:29 (ma sto 9?!) Ripartiamo x la bella e rilassante traversata panoramica...

che termina con la discesa nel bosco di faggi in direzione dei Resinelli, breve pausa in panetteria e ci rimettiamo in marcia verso la Grigna, mi sfugge l'occhio sull'orologio: 11:09!! Nooo! a ridaje sto 9.

Dal bosco uno sguardo al prossimo obiettivo, la grignetta ci attende...

Ci incamminiamo di buon passo sulla Direttissima, con i suoi scorci unici

e alle 12:29 (che caso) attacchiamo la Cresta Segantini, di foto ne farò poche viste le avvisagle di maltempo e le numerose cordate da superare, guarda caso usciamo in cima alle 14:09...ma ormai non ci facciamo più caso oggi è una costante; faccio invece caso al GPS che mi dice che sino a li abbiamo fatto più di 14 km e 2.000 mt di dislivello, le mie gambe effettivamente lo sospettavano...


Per scendere decidiamo ci completare il logico  anello e quindi imbocchiamo la Cresta Sinigaglia, guardiamo verso nord est e siamo tentati...ci guardiamo tra noi sorridenti come 2 bambini... guardiamo il Grignone laggiù in fondo alla traversata alta e...quasi quasi...ma per fortuna inizia a grandinare, siamo salvi dalle nostre stesse idee pazze! iniziamo a scendere verso valle!! 


Giusto i 5  minuti che sono serviti per convincerci a risparmiare la salute (per questa volta) e poi smetterà, varchiamo nuovamente la soglia della panetteria giù ai Resinelli e inizia a piovere con decisione, uau! Che fortuna!
Pausa, birretta fresca e poi ripartenza, dopo alcune peripezie riusciamo a tagliare i prati ai piedi del Medale senza perdere troppa quota e, come per quella magia che segna le gite dove va tutto per il verso giusto, ecco spuntare dietro l'angolo la nostra macchina parcheggiata sul tornante; Paolo mi chiede con aria beffarda l'ora...17:39!! Non volevamo crederci, ancora il 9!!!
Gran bel giro, selvaggio sino ai Resinelli senza incontrare anima viva (volpe a parte) e variegato sulla Grigna, al mattino in panetteria incontriamo eserciti di ciclisti, mentre al pomeriggio di alpnisti, compreso Matteo Bernasconi che già venne a parlare in una serata al CAI un anno fa http://alpinline.blogspot.it/2011/05/serata-dibattito-con-il-grandissim.html
Nota di colore finale: come al solGito la Segantini regala spunti di riflessione sulla variegata popolazione di alpinisti: chi come noi con 15 mt di corda e scarpe da trekking, chi con l'intera da 50 mt con scarponi da alpinismo e ramponi al seguito, chi invece con scarpette d'arrampicata pantloncini e 2 mezze corde da 60 tirate a far ponte tibetano tra le guglie...bellissimo!

P.S. le ginocchia oggi ringraziano Paolo per le sue idee sempre massacranti
ecco loschizzo del giro, verde= salita; nero= diescesa

15 mag 2012

Passo del Tomarlo in bicicletta: auguri papà!

Sono ormai 10 anni che mio padre tesse le lodi della sua passione: la bicicletta. Mi racconta di passi di montagna, centinaia di chilometri macinati, migliaia di meri di dislivello, e poi colori, profumi, panorami,… Sono sempre stata felice che lui trovasse godimento in questo bello sport, ma non avevo mai colto fino in fondo cosa mi stava dicendo...
Ieri è stata una data importante: il suo sessantesimo compleanno; e per festeggiarlo sono reduce da uno dei weekend più belli che si potessero organizzare.
Appuntamento davanti a “u Rissu”, albergo belvedere a Bedonia (PR) alle 10,10 di sabato mattina. C’è chi ha dormito già là, e chi -seguendo il navigatore- si è fatto un’ora di curve senza motivo, c’è chi deve gonfiare le ruote
e chi proprio montare la bici
ma tutti pronti col sorriso e … con orribili tutine!
 Il gruppo che parte è decisamente eterogeneo ed eterogeneamente  sale a velocità eterogenee! In virtù di ciò Mirio, il festeggiato, ha organizzato due differenti alternative:

-Tra Emilia e Liguria nella foresta del monte Penna (parco naturale dell’Aveto). 70km e 1.800 mt, che possono essere individualmente ridotti a 50 Km e 1.300 mt.
-dopo i primi 15 Km insieme, ad Anzola, prima della salita al passo del Tomarlo, con una piccola passeggiata si rendere omaggio al grande vecchio faggio secolare e rientro con 30km e 5-600mt.
Ma già alla prima tappa (passo Montevaccà) , comune a tutti, l’Appennino miete la prima vittima: la catena di Valeria, per la felicità del Presidente … !
A Montevaccà c’è il primo scollinamento:
la salita è stata dura ma breve e fatta con le gambe fresche, quindi il morale è alle stelle! Questo è il come ed il perché mi sono fatta prendere dall’entusiasmo e non ho seguito mio padre (e il vettovagliamento nella sua borsa …!) nel giro meno impegnativo, avventurandomi invece per il passo del Tomarlo.
Da principio sono riuscita a stare alle ruote di Elena e Nicoletta, due macinachilometri impressionanti, a mio fratello, che si è poi rivelato un eroe delle due ruote (prima uscita più o meno della vita e2800m di dislivello in due giorni: complimenti!), e a chi, solo dalla professionalità dell’aspetto, già mostra la sua bravura …
ma questi attimi di gloria sono durati poco e ben presto mi sono ritrovata a pedalare da sola, con le sagome innanzi a me che diventavano via via sempre più piccole! Per un po’ mi ha dato sostegno morale, ma soprattutto tecnico, Carlo (che alcuni di voi conoscono perché uno sci alpinista legato alla nostra savoiarda e a Mauri), che ironicamente (anche se con un tono serio tale da non mortificarmi) osservava riguardo alla mia capacità di andare tanto piano da sfidare le leggi dell’equilibrio !!!!!!!! Finché non incontriamo Vittorio, sceso dalla bici, che rifiatava sul ciglio della strada.
Ecco la mia occasione per riposarmi: “Vai pure Carlo, raggiungi quelli in testa, io rimango a far compagnia a Vittorio!”: ed eccomi coricata sulla strada a cercare di far tornare i battiti del cuore ad una velocità umana!
Ormai siamo solo io, Vittorio e il sol leone: sono le 13 e la giornata è strepitosa, ma ciò non aiuta chi ha di fronte una strada che non molla mai e un passo che sembra essere solo in salita!!!
Ci fermiamo a una bella fontanella e a Vittorio vengono i sensi di colpa perché, dopo essersi abbondantemente dissetato, realizza di aver con sé la borraccia del professore... Decidiamo quindi di aspettarlo, ma non arriva. Fermiamo allora due motociclisti (l’idea è stata di Vittorio, ma i centauri non hanno potuto non fermarsi di fronte alla mia tutina Mapei!), che si riveleranno essere due angeli per un professore disidratato!
Con l’animo più leggero per aver salvato una vita (o quantomeno per aver evitato di averne una sulla coscienza!), decidiamo di andare avanti fino all’arrivo al bivio Genova-Piacenza: dove il gruppo di forti ha preso per Santo Stefano d’Aveto, e noi avremmo dovuto tagliare per il Chiodo e il Penna… ma lì la geografia locale non convinceva il mio capogruppo, che ha deciso di aspettare il professore, detentore della cartina! Ma il sole era fortissimo, la stanchezza indescrivibile, il tempo stesa sull’asfalto tanto lungo da avermi conciliato il sonno, che Vittorio di punto in bianco torna in sella e decidere di tornare a Bedonia per la strada d’andata. Un minuto dopo incontriamo un professore sofferente e 10 minuti dopo siamo di fronte a una coca cola e a un panino rigeneranti
Quando arrivo a casa sono veramente distrutta e … un po’ ustionata!
Sono stanca, è vero, ma insieme al quel torpore di affaticamento fisico, sono pervasa la quella leggerezza mentale e di cuore che lasciano l’impressione di stare librando: è stata un’esperienza grandiosa! Come Carlo mi spiegava durante la salita per non arrendermi alla stanchezza, la bicicletta è uno sport di testa, come lo sci alpinismo, e quindi la gratificazione è mentale: la migliore perseguibile!
Ma oltre alla mente, ora è il corpo a richiedere soddisfazione … e quindi: si comincino i festeggiamenti!
Aperitivo in taverna
E poi cena

Con tanto di brindisi
e torta (commemorativa più che del compleanno, dell’attività di ciclista)
tanti  splendidi regali,
tra cui la cartina di Bedonia, caput mundi
ed una bellissima filastrocca composta dal presidente per l’occasione
http://youtu.be/H0B8aAFVtHM

Grazie a mio padre, grazie ai suoi splendidi ospiti, grazie a mamma e ad Adri: un altro weekend degno di una vita proprio ben vissuta! Come ormai mi capita di pensare sempre, da ché ho scoperto il valore dello sport, della buona compagnia e, perché no, dell’ottima cucina!
Tanti auguri papà!