La montagna dato il suo aspetto austero, la sua roccia scura, lo svettare di
circa 400 mt sopra le cime circostanti, il fatto che il maltempo venga sempre
da li e il fatto di sovrastare di 2.000
metri il paese di Rhémes Notre Dame, ha sempre goduto di un particolare
rispetto e quasi riverenza, sino al punto di ispirarne un romanzo pubblicato
nel 2009 (L’orco Della Val Di Rhemes)
In particolare su questa cima negli anni ottanta la cordata di mio fratello
ebbe un brutto incidente e uno di loro riportò lesioni permanenti, quindi io
sono cresciuto come se avessi avuto un conto in sospeso con quella cima, tanto
da farmi fare un tentativo di salita solitaria dal versante di Rhemes l’estate
scorsa; in quella occasione compresi che avrei avuto bisogno di un ottimo socio
per vincere quella “partita”…
Venerdì Andrea mi dice: “e se salissimo sabato a casa tua a Rhemes e
andassimo a fare quella cosa domenica in giornata?” – è fatta! Trovato l’ottimo
socio che mi serviva. Alle 4:30 lasciamo l’auto e ci incamminiamo nel vallone
del col Fenetre, lasciamo la sua traccia salire a destra e noi risaliamo dritti
accanto al torrente che ci porta a calcare il ghiacciaio di Torrent. Grazie
alla buona copertura nevosa viaggiamo spediti e alle 8:30 siamo all’attacco
della cresta che ci porterà sullo spigolo della parete est, alla placca liscia
che mi respinse l’anno scorso.
Da qui iniziano le difficoltà, necessari 2 tiri in parete sud est per
superare 2 gendarmi praticamente sovrapposti, su roccia friabile e difficoltà
sino al V-. Poi abbiamo piegato a destra in un ampio canale che percorre buona
parte del fianco della montagna e dalla sua uscita senza percorso obbligato si
sale su un “mare di pietra instabile” sino ad incrociare la via normale da
Valgrisanche poco sotto la cima. Abbiamo usato qualche dado, friends e sul tiro
chiave abbiamo attrezzato con 2 chiodi.
Ma ecco Andrea che avanza spedito all'alba
ed ecco l'attacco della cresta e la traccia di salita
la placca compatta...così sembrava da sotto, ma appena toccata ci siamo accorti che è marcia come tutto qui attorno
passaggi aerei...
il Monte Bianco, Jorasses e la cresta che scende verso nord, percorsa dai salitori negli anni 50-60
guardando 2.000 metri più in basso (da notare "l'ottima compattezza" della montagna...)
cima!!!
ci sono pure io eh?!
ed ecco l'altrettanto ostica discesa dal versante opposto, nonché "frantuma rotule", meglio questo inverno con gli sci vero Simone?! ;-)
Aprire una via dà un sapore particolare a qualsiasi salita e questa per me di valore aggiunto ne aveva ancor prima di partire; salendo nonostante le difficoltà e gli appoggi inaffidabili, sentivo che non sarei tornato indietro senza la cima, abbiamo avuto fortuna e azzeccato tutte le scelte. Ma faremmo un imperdonabile errore se non dicessimo con fermezza che la salita a questa montagna è davvero impervia e occorre ottima dimestichezza a muoversi e ad arrampicare su terreni estremamente instabili. Occorrono giornate senza il minimo pericolo di maltempo perchè qui la roccia è piena di ferro e attira i fulmini e senza neve che si scioglie sulle cenge poichè farebbe precipitare pietre sulla via di salita. Mettete in conto di stare da soli (Gypeto escluso) per circa 13 ore e di scendere dall'altra valle perchè discendere a Rhemes sarebbe un suicidio.
Grande Andrea!!
Infondevi sempre tranquillità anche nei momenti di maggior tensione e incertezza sul da farsi.
3 commenti:
Complimenti ai primi della classe !
Peccato che essendo cosi marcia ci saranno poche ripetizioni....
Complimentoni!!!
bravi ragazzi! finalmente un pò di livello (anche finalmente un buon meteo...)
Cari saluti
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