Chi e perchè.

"Ci piace trascorrere il tempo libero all'aperto, in montagna o in ambiente naturale. Ci piace camminare, scalare, sciare, e osservare. Ci interessano tutti gli aspetti della natura, dell'ambiente e dell'ecologia. E' un'esperienza che non si ferma al ritorno in città, per questo la vogliamo raccontare."
.......................................Club Alpino Italiano - sez. Brugherio

25 apr 2011

Brenta: nel regno della roccia con le pelli

Doveva essere un gemellaggio Italia-Francia presso il rifugio Benevolo, però previsioni non troppo belle a ovest ci hanno fatto preferire l’est.

E così si parte, il trio è quello già collaudato su altre salite, con l’aggiunta di Andrea che ci aiuterà a trasportare all’invernale del Tucket un po’ di cibo, poi scenderà a valle purtroppo.


Sabato puntiamo a Cima Sella, una fitta nebbia sul finale ci nasconde la vista del Brenta, dobbiamo aspettare ancora un pochino per godere a pieno di questo mondo incantato. Discesa su neve buona ma con zero visibilità.

Arrivati al rifugio Andrea ci saluta, non aspetta neanche il the. Rimaniamo io, Simo e Mario mentre tutti gli sci-alpinisti abbandonano questi luoghi e scendono a valle al caldo delle loro case dove festeggeranno Pasqua.

Rimaniamo noi e la nostra spesa:

- 1 kg di pasta

- formaggio (1,5 kg)

- due sughi pronti “Mutti”

- speck

- salame

- pane in abbondanza

- the

- idrolitina

- colomba melegatti (1 kg!)

- torta mulino bianco

- biscotti (1 kg)

La mancanza di una bozza di vino si fa sentire, scacceremo il freddo con 7 coperte e una buona pasta che ha richiesto tutto il nostro ingegno per essere scolata dall’acqua.

Prima delle nove siamo già a nanna, chiudo gli occhi e li riapro alle 525, cinque minuti prima della sveglia. Ben riposato guardo fuori dalla finestra e un cielo azzurro mi dà il buongiorno!


Collazioniamo veloci e siamo subito fuori: l’obiettivo di oggi è cima Brenta dallo scivolo Massari.

Dal Tucket si perdono cento metri di dislivello e si risale la parte opposta della valle. Il rigelo è perfetto e procediamo spediti sci in spalla e ramponi ai piedi.

Entriamo nello scivolo Massari vero e proprio alzandoci sopra il sentiero Sosat e, con pendenze costanti sui 40 gradi, arriviamo alla sella tra cima Brenta e cima Mandrone. Lo scivolo ci ha sparato di circa 800 metri verso il cielo….Il sole si è alzato e lo spettacolo è di quelli da lasciare senza fiato: pareti e creste ci circondano, le cime dell’Adamello e degli altri gruppi montuosi che stento a riconoscere ci chiudono la visuale. Salendo ci rendiamo conto sempre di più che oggi saremo soli, “padroni” di queste montagne.


La cima Mandrone illuminata


Lasciati gli sci alla sella incomincia la parte alpinistica della salita: traversi, pendii e creste ci portano ai 3150 m di cima Brenta: l’arrivo su Cima Brenta in veste invernale è uno spettacolo...

Intorno a noi un mondo di canali, creste e cime ancora ingabbiate dall’inverno. Tra due mesetti una miriade di puntini colorati animerà queste pareti, ora è tutto ancora addormentato, silenzioso. Solo qualche corvo gira intorno a noi forse in cerca di cibo o forse di compagnia.

Scendiamo nuovamente alla sella e la cima Mandrone è a portata di mano, vicino vicino e bella tracciata…Come resistere alla tentazione, tanto lo scivolo non è ancora cotto…Ci metto poco a convincere gli altri due e così eccoci sulla seconda cima di oggi. Panorama eccezionale su cima Tosa e canalone Neri che, prima o poi, mi piacerebbe salire...


Campanile Alto (?) e poi bho...


Quando torniamo alla sella il pendio è pronto e il momento che tanto temevo è arrivato. Ma non posso fare skialp solo in salita? Vabè, un respiro e via, incomincia questa discesa…La parte alta è sciabile, sono concentrato come solo sulla Vedretto di Salarno mi è capitato di esserlo. Ogni curva è un’impresa che però mi riesce discretamente. Arrivo alla strozzatura: a destra salti rocciosi, a sinistra idem. Meglio non fare pirlate e quindi opto per lasciarmi scivolare in derapata, non ho i numeri per curvare su queste pendenze con zero possibilità di errore. L’Oggioni saltella felice e contento dentro alla strozzatura…Ancora qualche curva su terreno tecnico e poi sono solo urla e gridi di gioia, lo scivolo è finito!

Una ramazzata al locale invernale, un divertente bosco iniziale che diventerà orzobimbiano nella parte finale e un pranzo pasquale per concludere la due giorni…

La compagnia e la location hanno messo una pezza ai danni fatti dal “minimo barico posizionato sulle coste nord-africane”…ma che si fotta valà….

Incomincio a essere stanco di prendere freddo, bere acqua di fusione, avere i vestiti umidi…Incomincio a sentire la voglia di caldo, di scarpette al posto dei pesanti scarponi da sci e di una bella birra dissetante a fine giornata….


p.s. foto by Oggioni!

4 commenti:

fausto ha detto...

a vedere la foto della vostra spesa vine da vomitare ...ma per un piatto di pasta cosi' farei di tutto bravissimi non solo per la pasta naturalmente

Savoiarda ha detto...

Certo che la cena pasquale del Benevolo ne valeva la pena, cosi' come le birre e il genepy (francese !!!!) che abbiamo portato su ... ma è anche vero che il panorama dolomitico nn ha prezzo !! (non che quello sulla mia Savoia nn è neanche cosi' brutto, diciamocela tutta ...)
Comunque mi tocca riferirvi che i Francesi erano molto delusi di non poter sfidare i cugini transalpini a casa loro ... sarà per una prossima volta ! :-)

Orzo Bimbo ha detto...

Grandi, sempre grandi !!!
Savoiarda va che mi sto' allenando per sfidare te e i tuoi paesani....
A presto... e chi perde paga da bere...Mi sa che pero' saro' io quindi meglio portare su una damigiana di Buglium ...

Savoiarda ha detto...

Allenati, allenati ... se la sfida si svolge in discesa ho forse qualche speranza di farmi offrire una bella birra ...
a parte se Giotto concorre anche lui !