Chi e perchè.

"Ci piace trascorrere il tempo libero all'aperto, in montagna o in ambiente naturale. Ci piace camminare, scalare, sciare, e osservare. Ci interessano tutti gli aspetti della natura, dell'ambiente e dell'ecologia. E' un'esperienza che non si ferma al ritorno in città, per questo la vogliamo raccontare."
.......................................Club Alpino Italiano - sez. Brugherio

8 dic 2011

Rascias, sotto titolo: “rischio valanghe moderato?! Dipende dalle esposizioni…”


E si, oggi sono tornato alla punta Rascias, anche per finirla visto che domenica ho interrotto la salita per aiutare un amica; vista la buona quantità di neve che è scesa in questi giorni pensavamo anche di spingerci oltre percorrendo la sommità della dorsale della Rasias e andando magari sino alla Angelas e poi sotto la Rosa dei Banchi alla finestra di Champorcher. Insomma vagavamo senza meta come spesso accade quando vado in giro con i miei amici della “vecchia guardia” , ah! Che stupido!! Non vi ho detto chi eravamo; partiti dopo le 9:00 dalla strada innevata un paio di Km prima del parcheggio del Dondena erano: Simone (alla prima uscita riabilitativa per la spalla) Paolo che già conoscete, Giancarlo “il Gianca”, Gianni “il Taglia” e Raniero; il quale veniva con intenzione di fare una sorta di gitarella invernale senza troppe pretese,  quindi ci ha subito salutati  e lasciati scappare al solito ritmo sostenuto dettato da Paolo e Gianca….(alle 13:30 stavamo già scendendo verso il ristorante che ci ha coccolato gli stomaci, altro pregio di andare con la vecchia guardia).

eccoci alla partenza ai piedi della becca di Raty (ricordi Fausto?)

Purtroppo il vento era veramente forte e fastidioso per noi che salivamo...

...ma ben più deleterio lo è stato per la neve che risultava a tratti ventata e a tratti accumulata e soffice. Quindi abbiamo deciso di scendere senza proseguire oltre, non sapendo quanto impegno ci avrebbe riservato la discesa a valle. In realtà poi si è rivelata non essere tanto male come discesa, ma la sorpresa e la nostra sottovalutazione di un paio di elementi importanti  è sempre dietro l’angolo e quindi abbiamo imparato qualcosa…

Infatti sapevamo che la neve scesa non era coesa alla sottostante che già era in loco da più di un mese; infatti sapevamo che oltre i 30° il manto non coeso può “incamminarsi” verso valle; infatti sapevamo che le zone più soggette sono i canaloni peggio se posti dopo un dosso, o i cambi di pendenza; infatti sapevamo che tutte queste cose vengono aggravate dalle giornate ventose che creano disparità di carichi di neve nei pendii… 
Eppure la ricerca della neve dura e portante per la discesa ci ha fatti insinuare in una zona che aveva tutte le caratteristiche di cui sopra; eppure dopo il primo scricchiolio di scollamento della parte alta ci siamo spostati di diversi metri, salvo però rientrarvi alla fine del canale dove la pendenza diminuiva. Inoltre, noi che sino a li avevamo proceduto sparpagliati e a buona distanza tra noi,  in quel punto ci siamo ritrovati fermi in 5 in massimo 20 metri quadri. Ecco che è arrivato un secondo scricchiolio sotto di noi!!! Ohi! ohi! Avevamo appena  scollato,  anche se di pochi centimetri, il “piede” che teneva su il pendio soprastante,  il quale ha pensato bene di scaricare a valle i 40 cm di neve caduta nelle 24 ore precedenti. Viiiia a gambe levate e dopo pochi metri eravamo già sul pianoro sottostante con i nasi all'in su; nulla di che non era una valanga che avrebbe potuto seppellirci o schiacciarci, però buttarci a terra e farci rotolare un po’ a casaccio certamente si. 

E’ stato molto istruttivo perché con un pericolo tutto sommato moderato, abbiamo imparato molto, la valanga ha fatto pochi metri di strada e comunque era distante sopra di noi,  ma il fronte era molto lungo e comunque abbiamo visto che si muoveva molto più velocemente di uno sciatore che non scende a cannone come abbiamo fatto noi ritirandoci (l'ultimo era il buon vecchio Gianni, altrimenti  detto il "gamba de lègn"…)

 In rosso i punti di partenza e in nero quelli di arrivo del fronte, in verde la nostra discesa, in blu alto il primo scricchiolio che ha staccato sopra, mentre in basso la sosta nella quale abbiamo scollato il piede, poi dopo meno di un paio di secondi è partito il pendio alto da sin a dx, da documentario!!!

Il resto della discesa quasi non ha avuto più senso, senza infamia né lode, quasi non me la ricordo. Nel giro di poco eravamo al parcheggio e sci in spalla giu per i Km ch ci separavano ancora dalle auto e via di corsa a festeggiare all’ottimo ristorante del paese.

Ora attendiamo con fiducia le altre foto che in questo momento ha Giancarlo...

Bella gente bella gita istruttiva ma per quest’anno Champorcher basta, 2 volte in pochi giorni sono sufficienti, vero ragazzi?!! ;-)

5 commenti:

Ovomaltina ha detto...

Azz... Leggendoti ho pensato... E se ci fossi stata io? Mi convinco sempre di più che per fare certe cose devo essere ben preparata

Vecchioleone ha detto...

...non ti avremmo portata li...
Ma considerazione doverosa la tua ;-)

claus_ ha detto...

pochi metri quadri per pochi centimetri di spessore fà sempre troppi metri cubi. siete stati davvero fortunati....

la fata ha detto...

monelli che siete!

Orzo Bimbo ha detto...

I se e i ma li fanno gli altri, un errore in montagna lo si puo' fare....ma le conseguenze non sono sempre felici...Questo deve essere un avvertimento per tutti...
Non sempre i pendi piu' appetibili sono i piu' sicuri anzi....
Occhio siamo solo all' inizio