Chi e perchè.

"Ci piace trascorrere il tempo libero all'aperto, in montagna o in ambiente naturale. Ci piace camminare, scalare, sciare, e osservare. Ci interessano tutti gli aspetti della natura, dell'ambiente e dell'ecologia. E' un'esperienza che non si ferma al ritorno in città, per questo la vogliamo raccontare."
.......................................Club Alpino Italiano - sez. Brugherio

12 lug 2015

Traversata Integrale delle Meije

Giovedì 2 luglio mattina ore 6:49 o poco più e la giornata inizia con la chat con Franz che mi propone di andare alle Meije l'indomani, "ma domani è venerdì" penso, si perchè è una gita luuuunga e si sa mai mi dice.... e poi il meteo è meglio sabato piuttosto che domenica. Le ore seguenti passano nella ricerca di un socio (Andrea ha un "misterioso" impegno con la moglie...scopriremo dopo il perché..) ma non trovo nessuno per fare due cordate da due, e quindi andiamo io Franz e la grandissima Mara, sua compagna di corda da sempre!
Qui trovate la relazione tecnica http://www.on-ice.it/onice/onice_view_report.php?type=4&id=5451

La gita parte con qualche acrobazia logistica per lasciare l'auto vicina al punto dal quale scenderemo il giorno successivo, Franz che sa il francese accomodato alla partenza della funivia ad aspettarci, mentre io e Mara, che in francese facciamo fatica a dire brioches, via a cercare il parcheggio giusto all'arrivo di un sentiero che non conosciamo, e da li autostop fino alla funivia...ma tant'è che siamo belli e quindi troviamo un passaggio e  alle 14 siamo pronti a partire!!! :-)
La salita fa subito capire di che pasta sono fatte queste zone, l'accesso al rifugio è già una salita, i passaggi con lo zaino pesante non sono banal e mentre in Italia l’avrebbero riempita di infissi, cavi scalette e bolli…qui è una vera e propria arrampicata di II+/III e ometti da individuare. Si giunge quindi ad un ghiacciaio con ancora molti crepacci e ponti delicati vista l'ora e l'esposizione a ovest...
Ma i panorami sono già pazzeschi!!







Al Refuge du Promontoire si accede passato il colle sopra la testa di Franz, e dopo alcune acrobazie su placche lisce...ma ci piace così...


Arriveremo dopo una vita, e il simpatico gestore ci avvisa che l'indomani ci aspetterà il triplo della strada e quindi del tempo, suona come un monito... e infatti.....
L'indomani mattina alle 5 attendiamo Mara che esca dal bagno....le donne...

La salita inizia e in tre non siamo granchè veloci....ci alterniamo alla guida io e Franz, lui fa tutto e io solo i tiri duri, tutto sommato forse mi è andata bene :-)









è facile perdersi e infatti ci siamo persi alcune volte, dopo una prima parte di roccia si percorre un ghiacciaio pensile e si attacca l'ultimo tratto che deposita in vetta al Grand Pic de La Meije, ma ormai sarà pomeriggio inoltrato...ci manca ancora una calata di 2 o 3 tiri, un traverso ad aggirare un dente, un couloire di ghiaccio e 3 cime da percorrere in cresta...azzz
ecco qui
di seguito i passaggi salienti sino a che il buio ci ha permesso le foto,  a notte fonda abbiamo ritenuto più saggio (anche perchè avevamo ormai una pila in tre...) accamparci in nicchie della cresta e attendere l'alba per terminare la traversata e calare le ultime delicate doppie...


non banale...




 ed ecco il luogo del bivacco improvvisato


giungiamo quasi in cima all'ultima fatica all'alba di domenica


il percorso fatto dal Gran Pic de la Meije
 traversi delicati su ghiaccio effimero...

 

Ora in cima al Doigt de Dieu! La salita è finita, le insidie no!

Da qui mancheranno ancora un tre ore per calarsi sul ghiacciaio, passare facendo pendolo una terminale piuttosto ampia e scendere incontro ad una omelette gigante,  e una birra, che dopo le 24 ore senza cibo e le 19 ore senza acqua, sono una vera manna!!!
Dopo la meritata pausa, ci mancheranno ancora 3 ore buone di discesa tra ghiacciaio, ferrata, nevai, morena e sentiero prima di arrivare alla macchina e al tanto agognato bagno nel torrente...

Sono stati 3 giorni esaltanti dal punto di vista dell'ambiente, e della avventura, anche se onestamente, dal punto di vista prettamente tecnico, pesa negativamente l'aver commesso tanti, troppi, piccoli errori che ci hanno rallentato e hanno reso una salitagià dura come impegno fisico e molto varia come impegno tecnico, una cavalcata epocale.
Comunque fiero di aver retto e di aver scalato con compagni che come me anche nella stanchezza, privazione di sonno cibo e acqua, sono rimasti concentrati al massimo, senza fare errori che avrebbero potuto esserci fatali.
Grazie Mara e Franz, e grazie per l'invito





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