Chi e perchè.

"Ci piace trascorrere il tempo libero all'aperto, in montagna o in ambiente naturale. Ci piace camminare, scalare, sciare, e osservare. Ci interessano tutti gli aspetti della natura, dell'ambiente e dell'ecologia. E' un'esperienza che non si ferma al ritorno in città, per questo la vogliamo raccontare."
.......................................Club Alpino Italiano - sez. Brugherio

9 lug 2017

Pizzo del Ferro

Entrando in Val di Mello si nota sulla sinistra una bianca cascata che sembra disegnata apposta dalla proloco di San Martino per catturare l'attenzione dei turisti. Erano anni che volevo andare a vedere da dove nascesse così tanta potenza.
Un altro luogo mitico della valle è rappresentato dal Qualido, parete di granito enorme che sbarra la destra idrografica della Val Qualido; perchè non andare a visitare entrambi i luoghi con un giro ad anello?
Nasce così l'idea della cima del pizzo del Ferro, supportata anche da qualche scarna relazione trovata in internet.

Qualcuno definisce questa escursione come un "giro d'altri tempi"; voglio pensare che una lunga camminata in luoghi poco battuti e con sentieri poco evidenti possa ancora far parte dell'alpinismo dei comuni mortali, non posso pensare che vinca il pensiero collettivo che individua nei soliti tre/quattro luoghi le mete che meritano di essere frequentate.
Per fortuna neanche Andrea si tira indietro davanti a certe bizzarre proposte e così eccoci ad ammirare insieme la muraglia del Qualido.

Seguendo i prati avvistiamo la testata della Val Qualido


A 2500 metri intersechiamo il sentiero Roma e una pausa ci permette di prepararci agli ultimi 700 metri.


Ciò che rimane del catino glaciale che chiude la valle


Quando oramai il colle Masino è a portata di mano bisogna traversare verso sinistra (faccia a monte) le placche che senza difficoltà conducono sullo spartiacque fra la val Qualido e quella del Ferro. Traversare prima comporterebbe l'attraversamento di ripide ed esposte cenge.


Val qualido a sinistra, valle del ferro a destra. Giù in fondo San Martino


Andre con il Disgrazia sullo sfondo


Ultimi metri prima del colle.


Affacciandosi dal'altra parte, Albigna con relativa diga


Si intravede la Bondasca



Dopo 6 ore e qualcosa come duemiladuecento metri di dislivello eccoci in cima


Dopo una tranquilla pausa passata a goderci il silenzio del luogo ci buttiamo in discesa verso l'accogliente biavacco Molteni che raggiungiamo a metà pomeriggio.


Avendo così tante ore di luce davanti a noi preferiamo riposarci un po' e scendere subito, il programma originale era di dormire in questo incantevole luogo.


Ed eccolo il torrentello che scorrendo verso valle si gonfierà fino a creare la cascata del Ferro.


Ultimo prato prima della picchiata verso la Val di Mello.

1 commento:

Unknown ha detto...

Ecco cosa fare in una domenica con meteo avverso, senza moglie e figlia ....