Chi e perchè.

"Ci piace trascorrere il tempo libero all'aperto, in montagna o in ambiente naturale. Ci piace camminare, scalare, sciare, e osservare. Ci interessano tutti gli aspetti della natura, dell'ambiente e dell'ecologia. E' un'esperienza che non si ferma al ritorno in città, per questo la vogliamo raccontare."
.......................................Club Alpino Italiano - sez. Brugherio

1 set 2008

Quando ti accorgi di essere malato.





Sono appena trascorse poche ore, da quando sei andato a letto, che la sveglia suona.
Appena riesci ad essere cosciente , maledici la tua passione per la montagna.
Riesci cosi a trascinarti in bagno, dove un'altra persona ti guarda da dentro lo specchio
e ti domanda perché ti fai questo.
Le sensazioni che provi il giorno dopo sono tante, e variano dal tuo allenamento.
Ma di solito le gambe sono dei legni e per chi arrampica le mani sono peggio !
Infatti anche adesso che sto scrivendo mi da fastidio, perchè le punte delle dita sono indolenzite.
Ma poi, il ricordo del bel weekend, che ti torna alla mente appena ritorni sul posto di lavoro, ti appaga di tutto e anzi ti invoglia in una futura esperienza.
E cosi mentre stai lavorando su una macchinario , con le mani piene di unto,per estraniarti da questo, incominci a ricordare ….







Vallesinella si parte


Verso il Brentei Andrea sulla parete della Cima MargheritaSimone si cala dopo che abbiamo deciso di scendereL'ultimo sole del pomeriggio Tutto il gruppo al completo


La mattina dopo La colazione

Andiamo verso il sogno L' ombra inconfondibile del Campanile Basso In cima con la campana

Il Campanile BassoLa Discesa
Il ritorno attraverso le bocchette





Oltre alla montagna e i ricordi visivi ,ci sono le sensazioni.
Queste cose astratte che per uno sono belle e per altri no.
Il primo giorno; la delusione di essere usciti dalla via per due volte, le sensazioni di pericolo, che mi hanno fatto decidere di abbandonare. E poi il ritorno al rifugio, il ritrovare Oscar che ha passato tutto il pomeriggio da solo a prendere il sole.
Con l’ arrivo dall’ altro gruppo, ti rilassi e incomincia la cagnara, che finisce solo alle 22.
Evito di stare a descrivere queste ore….
Secondo me sono molto belle, ma soprattutto allentano la tensione che hai provato e che ti viene pensando al domani.
In negativo, e’ il pensiero che va a Maurizio che è rimasto da solo al Brentei per problemi a un ginocchio e non può partecipare alla serata.
Durante la cena si decide, che domani Oscar andrà con il gruppo di Piero a fare le Bocchette.
L’ ultima parola spetta a me e francamente sono titubante.
Da una parte mi dispiace per Oscar, che si è portato su tutta la roba per arrampicare e che è non potrà usare comprese le corde che dovremo smazzarcele domani noi.
E’ pur vero pero’ che oggi si sentiva stanco e se domani succede ancora ?
Poi il tipo di arrampicata qua è diversa : protezioni…esposizione….ecc..
Quindi gli facciamo capire, che è meglio per questa volta, questa soluzione.
Quando arrampichi devi essere sicuro di chi si lega con te, se fai cose semplici tutto si risolve, ma qui dove la via non la conosci le cose cambiano.
Comunque la notte passa e alla mattina si fa’ di tutto per non svegliare nessuno, ma ad Andrea gli si sfila fuori la borraccia dallo zaino e incominci a rotolare giu’ per le scale…Buon Giorno a tutti !
La colazione come spesso accade e su toni più seri la tensioni della salita si fa sentire.
Un altro momento molto particolare è all’ uscita del rifugio, sai che lasci un posto sicuro e degli amici per andare ad affrontare un incognita.
Questo è secondo me il vero stimolo dell’ alpinismo. L’essere in grado di affrontare qualcosa che non si conosce.
Viviamo in una società dove, ormai tutto è pianificato, anche andare in macchina,ora è piu' semplice hanno inventato il navigatore cosi’non c’è piu’ rischio di perdersi.
Una vita nella bambagia non mi piace e allora quando posso vado a complicarmela in montagna. Questa sensazione, una volta superata , ti da la voglia di ritornare ad affrontarla .
Nel mio caso lo diagnostico “crisi di astinenza da montagna”.
Arriva il momento in cui sotto la parete ti prepari, qui tutti sono tesi, e non e’ raro vedere battibecchi dovuti al nervosismo.
Finalmente tocchi la roccia e incominci ad arrampicare, cambi il tuo modo di progredire da orizzontale a verticale, il tuo corpo diventa un macchina ogni movimento e’ eseguito dopo uno studio. Non stai camminando tranquillamente in un sentiero, stai scrutando in modo diverso la montagna ,ogni centimetro e’ studiato e ricercato per questa tua inutile progressione , non ti pagano e non hai nessun ritorno materiale anzi se sbagli qualcosa …
Man mano che sali ti accorgi delle tue potenzialità’, capisci che puoi farcela e anzi incominci pure a divertirti.
Ma il massimo e l’arrivo in cima, tutto e’ sotto di te , il tuo io e’ pieno ,hai vinto la sfida o meglio una parte , devi ancora scendere da li.
E finalmente arrivi alla base non dopo aver tribolato con le corde.
Ora si ti rilassi, per me di solito la discesa alla macchina e’ la cosa che trovo più bella.
Sei rilassato , la tensione non regna più nei tuoi pensieri, vedi la montagna sotto un altro aspetto.
Ma mentre scendi e parli con chi ha goduto con te delle stesse sensazioni, incominci già a fare altri progetti ….. e allora ti accorgi che sei propri malato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Azz..come descrivere un sogno realizzato? Io ci provo...Era da quando avevo 5 anni che sognavo le dolomiti...a dire il vero sognavo le Lavaredo, però non cambia molto da dove siamo stati in quest'ultimo week di agosto. Dalla terrazza dei rifugi (Locatelli, Auronzo...)seguivo i puntini piccolissimi impegnati in parete sognando, faticando e sperando con loro. Quante battute dai miei genitori "un giorno anche tu, eh?" e ora si sono forse un po' pentiti di quelle frasi...
Ieri ho proprio realizzato un sogno, salire una via in dolomiti! Non una di quelle che ti fa dire "io sono qualcuno", la via non era estrema, e non l'ho fatta con il fiuto di un vero alpinista....Qualche dubbio e poca fiducia in me stesso mi hanno fatto perdere almeno un'oretta nell'aspettare qualche cordata che mi indicasse con certezza la via. Però che soddisfazione tirare dei bei tiri...quanto mi sono goduto l'ultimo tiro è difficile spiegarlo: esposto, duretto, ambiente magnifico e la tranquillità che solo l'euforia e la certezza della vetta ti possono dare.

Un grazie ai due compagni, ottimi direi! Gente affidabile che con preziosi consigli mi ha sostenuto nelle incertezze che la via proponeva. Non abbiamo sbagliato nulla, tutto perfetto. Anche una doppia incastrata non ci ha dato tanti problemi...

Grande salita!!