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7 lug 2015

Matterhorn, con Lucie





Ultimamente un paio di amici mi hanno proposto a più riprese il Matterhorn e si saranno sicuramente accorti delle mie risposte evasive del tipo “eh sì, è una bella montagna” “eh... dalla Hornlie è lunga” “eh... mi piacerebbe salirlo dalla Svizzera”
Ho fatto un tiro mancino, ne ho coscienza, ma era una cima che dovevo salire con Lucie.

 L’abbiamo salita.

Da Zermatt la montagna si erge solitaria e bellissima nel cielo azzurro, di un azzuro che mi ricorda gli occhi brillanti e soddisfanti di qualcuno nei pochi istanti passati sulla sua cima....
Dal paese in pochi minuti e tanti franchi si sbarca a Schwarsee da dove il panorama è immenso. Cime e creste intorno a noi non si contano.
La salita alla Hornlihutte è tranquilla e piacevole anche se il caldo africano sembra voler togliere anche l’ossigeno dai polmoni.

Ed eccola la cima, 1200 metri sopra le nostre teste.



 Anche se è lontana la via è diretta, quasi verticale.

La mattina siamo pronti ai blocchi di partenza per sfruttare il treno delle guide in quanto la Est è una parete immensa e perdersi alle luci delle frontali è un gioco da ragazzi; ma anche noi sappiamo giocare e se vogliamo lo sappiamo fare bene....
Si dice che la Hornli sia più facile della cresta del Leone ma secondo me non regala proprio nulla.




Dopo il bivacco Solvay  si prende la vera cresta dell’Hornli che non si abbandona più fino in cima. Sulla testa del Matterhorn ci attachiamo ai canaponi e via di conserva per guadagnare gli ultimi pendii nevosi; alzo lo sguardo ripetutamente per scorgere la cresta sommitale ma faccio fatica a vederla. All’ennesimo sguardo verso l’alto ecco apparire la stauta di S. Bernardo e capisco che oggi non ci sono più SE: oggi sarà giorno di cima.
5 minuti dopo, che mi sembrano 50, lo sguardo può scavalcare questa immensa muraglia e scivolare libero 2000 metri più in basso fino a Cervinia. 30 metri davanti a me la vetta del Cervino, a ricordarmi che 150anni fa sono state due le persone che hanno saputo trovare le vie di salita a questa montagna che deve avere per forza due cime.



Carrel e Whymper, culturalmente così diversi eppure con quel desiderio che ancora oggi fa bruciare il cuore di molti uomini e di molte donne che rimangono incantati da questa montagna perfetta. Prendete un foglio bianco, disegnate una montagna, inconsapevolmente  avrete disegnato il Cervino.
Sì amore mio, ora tutte le volte che lo vedrai da un’altra cima o dal fondo valle potrai pensare che SI’, lassù tu ci sei stata!


4 commenti:

  1. Grandi ! Che coppia ! Penso che a sto giro te la sei goduta un mondo !
    Dopo questo report i miei giretti in falesie fanno ridere, ma la montagna è varia .

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  2. L'importante è sempre cercare di divertirsi :)

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  3. cavoli , sapevo fossi un bravo scalatore, ma come scrittore sei ancora meglio.... complimenti a voi e grande lucy
    flavio (cn)

    RispondiElimina

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