Chi e perchè.

"Ci piace trascorrere il tempo libero all'aperto, in montagna o in ambiente naturale. Ci piace camminare, scalare, sciare, e osservare. Ci interessano tutti gli aspetti della natura, dell'ambiente e dell'ecologia. E' un'esperienza che non si ferma al ritorno in città, per questo la vogliamo raccontare."
.......................................Club Alpino Italiano - sez. Brugherio

4 ago 2011

Cima Piazzi, Spigolo NNW

Tutti, almeno una volta nella vita, anche solo per sbaglio facendo la spesa, abbiamo visto il versante Nord della Cima Piazzi.


La cima Piazzi si erge maestosa e solitaria in fondo alla Val Cardonè, laterale destra della Valdisotto.
Il suo versante Nord assomiglia molto a quello di un 4000 alpino.


Per arrivare al Bivacco Cantoni abbiamo lasciato l'auto a Isolaccia e ci siamo incamminati per la lunga strada asfaltata che parte dal paese. Il transito è consentito fino a circa 200 metri sopra il paese previo pagamento del pedaggio, ma quando siamo arrivati noi il bigliettaio era in pausa. Quindi a piedi, tanto qualcuno che ci carica lo troviamo....
Qualche tentativo di autostop per capire che in questa valle non sono molto ospitali.Per fortuna, a circa un'ora dalla malga Borion (e dopo un'ora di cammino ...) il gestore della malga passa con il furgone e ci carica risparmiandoci un'ora di noiosa strada





Dalla malga la nostra cima compare in tutta la sua maestosità



Per arrivare al bivacco Cantoni abbiamo ancora due ore buone di marcia su sentiero ripido ma molto panoramico.
Dopo un po' di fatica ecco la meta, un bivacchetto da 10 e lode al cospetto del versante Nord.
Dentro al bivacco c'è tutto: pentole, acqua, riserve di cibo, lampada e fornello. Manca solo il gas! Per fortuna che noi abbiamo il nostro. E' anche perfettamente coibentato e quando il fornello scalda la minestra dobbiamo lasciare aperta la porta se non vogliamo fare la sauna.




Per non esaurire le riserve d'acqua scendiamo a una pozza di fusione con la tanica del latte sulle spalle. 15 L d'acqua raccolti in un batter d'occhio, fosse sempre così facile....



Vita da bivacco



Poi tutto si incendia e ce ne stiamo per lunghi attimi ad osservare montagne sconosciute colpite dagli ultimi raggi del sole. Noi nel nostro nido d'aquila siamo felici.
Peccato non condividere (quasi) mai questi momenti con chi si ama ma (quasi) sempre solo con il compagno di corda :)


La mattina sveglia all'alba e in marcia subito. Lo zero termico è alto e vogliamo arrivare in cima prima che la neve molli troppo.

La via di salita si svolge prevalentemente su neve.
Dal bivacco s isegue la cresta rocciosa (rari ometti) fino a mettere piede sulla vedretta di piazzi. Ci accorgiamo subito che fa caldo, si sprofonda qualche centimetro ma sotto c'è il ghiaccio duro, si può proseguire. Scoviamo anche due tracce recenti: una che va a prendere la vera e propria parete nord, l'altra che segue il nostro spigolo.
La seguiamo fino ad oltrepassare la terminale (perfettamente chiusa) e sbuchiamo sul caratteristico "naso": arrotondata protuberanza a 45° che conduce sui ripidi pendii finali. Che fatica tracciare!

L'uscita in cima


Il pendio finale visto dalla via di discesa con, sullo sfondo, la Biancograt.


E' da quando era piccolino che, andando in vacanza a Bormio, Sergio, vedeva questa cima ogni qual volta entrava in val di dentro....Ora la guarderà sicuramente con un altro occhio, l'occhio di chi ne ha calcato la vetta.


Scendiamo per la cresta est della montagna, itinerario 101g della guida Alpi Retiche del CAI-TCI.
Con ogni probabilità è un itinerario percorso molto poco vista la qualità pessima della roccia. E' tuttavia un itinerario molto logico e un bel modo per compiere un giro ad anello; alterna tratti nevosi a salti rocciosi, la difficoltà complessiva è PD ma secondo me è un po' sottogradata.





Sul penultimo salto roccioso passiamo qualche momento di vera paura quando parte una scarica da un canalino marcio marcio da cui siamo scesi. Siamo sotto la verticale di caduta dei sassi ma, per fortuna, coperti da uno spuntone che ha deviato i blocchi, il più piccolo dei quali era grande come un pugno...PAURA!!!
Per fortuna la disavventura finisce senza conseguenze ma, per raggiungere il colle Rinalpi e quindi scendere verso casa, preferisco aggirare l'ultimo tratto di cresta sul versante sud per poi risalire al colle. Abbiamo perso un'oretta ma è stato sicuramente più sicuro, anche se non possiamo dire di aver trovato roccia buona neanche su questo versante!
Dal colle Rinalpi facile ghiacciaio e poi lingua di neve che abbiamo sfruttato fin dove abbiamo potuto per arrivare comodamente sul vasto pianoro al cui margine sorge la malga Borion.

A metà pomeriggio siamo alla macchina con un paio d'ore d'anticipo sul temporale previsto.



Ora si parte per l'irlanda e poi per la Francia. Ci rivediamo a settembre con tante belle foto delle Mourne Mountains e tanti bei ricordi infilati nello zaino.

Buone vacanze, si spera in parte sui monti, a tutti!!

Andrea

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